Trasferimento dell'Istituto del Buon Pastore nella nuova Sede e passaggio
della proprietà all'Impresa Pizzarotti
Come abbiamo visto alla fine del precedente capitolo, lo stato di vetustà
e degrado del vecchio convento, aggravatosi ulteriormente con il sisma
del novembre 1983, aveva reso problematica e difficile, già da parecchi
anni, la continuazione dello svolgimento dei compiti di assistenza dell'Istituto.
La ristrutturazione del complesso edilizio per adeguarlo a standard,
anche minimi, di decoro e di comfort nonché alle normative di sicurezza
in vigore, oltre a richiedere un enorme impegno finanziario, avrebbe comportato
interventi non compatibili con l'esigenza di rispettare i caratteri architettonici
e tipologici originali, come richiesto dalle norme di tutela monumentale.
Venne allora valutata da parte dell'Istituto l'opportunità di una soluzione
radicale cioè il trasferimento della sede in un nuovo edificio appositamente
progettato in base alle effettive necessità di ospitalità e di assistenza,
da erigersi in un'area individuata dall'Amministrazione Comunale di Parma
nel quartiere Sidoli e indicata nel PRG con destinazione pubblico - assistenziale.
Nello stesso periodo, cioè nei primi anni '80, cominciò a manifestarsi
per l'Impresa Pizzarotti la necessità di costruire o reperire una nuova
e più ampia sede, in quanto gli uffici siti negli edifici costruiti nel
'64-'65 in Borgo Felino erano ormai insufficienti a ospitare l'aumentato
numero di dirigenti e impiegati conseguente al notevole trend di crescita
della Società, verificatosi nella seconda metà degli anni '70, tanto che
vari uffi ci erano stati decentrati in immobili presi in locazione. |